Condividiamo da Il Giornale dell’Arte, 403, dicembre 2019

Gli affreschi scampati di Vallo di Nera

Torna accessibile la chiesa francescana di S. Maria Assunta danneggiata dal sisma

Processione di santi, affresco nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Vallo di Nera

Vallo di Nera (Pg). Riaperta al culto dopo il terremoto del 2016 la duecentesca Chiesa francescana di Santa Maria Assunta a Vallo di Nera in Valnerina, in Umbria; nei suoi affreschi tre e quattrocenteschi riverbera la lezione assisiate cui si affianca un episodio cinquecentesco. L’edificio, della diocesi di Spoleto e Norcia, è stato restaurato e gli affreschi sono stati consolidati con 320mila euro finanziati dal Commissario Straordinario del Sisma.

Ha diretto e coordinato i lavori l’architetto Giampiero Piras: «Abbiamo consolidato e messo in sicurezza la chiesa con interventi strutturali locali». La situazione era critica, segnala, e ha richiesto cautela anche perché le scosse non si sono fermate al 2016. «C’erano lesioni sulla torre campanaria, in controfacciata, tra rosone e portone principale; la chiesa si stava aprendo; la quarta capriata della copertura si è sfilata dalla sede muraria per una decina di centimetri, fortunatamente non ha ceduto; diversamente, per effetto domino, si sarebbe portata dietro le altre capriate e sarebbe crollata la copertura».

Per ripristinare le capriate i tecnici hanno creato «una cerchiatura in acciaio all’interno della muratura, fissata con dei perfori armati che bloccano i nuovi appoggi in acciaio delle capriate, mimetizzati con un rivestimento ligneo». Anche per salvare le murature dal possibile ribaltamento i tecnici hanno optato per un intervento con «perfori armati» collegati tra di loro grazie a dei «capochiave» occultati all’interno della muratura. Gli affreschi decorano buona parte della chiesa tra cui l’intero abside-presbiterio, dipinto nel 1383 da Cola di Pietro da Camerino e Francesco di Antonio.

Per Nella Savini e Rita Onori titolari della Aethra Restauri di Foligno: «Le pitture erano piuttosto danneggiate in corrispondenza dei danni strutturali, soprattutto lungo le pareti e sull’arco, e presentavano sollevamenti»: poiché le superfici erano già state restaurate a inizio di questo secolo, le restauratrici evidenziano di aver «mirato anche a salvare il restauro precedente, oltre che a reintegrare le pitture ad acquerello dopo averle messe in sicurezza con velinature».

È scena rara la «Processione dei Bianchi», datata 1401 e firmata da Cola di Pietro da Camerino, in parte perduta, raffigurante la confraternita penitenziale dei Bianchi in due processioni accolte dai francescani. Qui ha lavorato Antonella Filiani della Coo.Be.C. di Spoleto: «Abbiamo provveduto alla reintegrazione a tratteggio delle lacune, riconoscibile, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria». Hanno finanziato questo intervento, incluso il registro superiore affrescato, il Club Orobico di Brusaporto (Bg), la Scuderia Tazio Nuvolari (Mantova), l’associazione Martesana Mutur Classic di Cernusco sul Naviglio (Mi).

Stefano Miliani, da Il Giornale dell’Arte numero 403, dicembre 2019